paola boscaini


PROJECT ROOM #2: (Co)abitando


 

a cura di Mariella Rossi

 

Project Room . Castel Belasi . Campodenno . Val di Non

 

31 luglio . 31 agosto  2022

 






Il secondo appuntamento della project room dedicata all’arte under 35 di Castel Belasi è la mostra della giovane artista Paola Boscaini, nata in Trentino che si sta formando a Firenze e Torino, qui alla sua prima personale. Un intenso e maturo percorso espositivo che guarda agli esempi della natura per un efficace vivere insieme, che oggi risulta sempre più problematico.

 

 

 

Continua con la mostra “(Co)abitando” di Paola Boscaini (Trento, 1997), alla sua prima personale, la programmazione della project room di Castel Belasi, nuovo spazio espositivo all’interno del maniero dedicato all’arte under 35, che completa la proposta articolata in 3 mostre nel maniero da poco aperto al pubblico con splendidi affreschi del Quattro e Cinquecento e divenuto spazio permanente per la cultura, comprendente una sezione dedicata a mostre temporanee d’arte contemporanea di respiro internazionale – quest’anno una personale di Stefano Cagol a cura di Emanuele Quinz – e un percorso permanente consacrato alla fotografia con pezzi provenienti a rotazione dall’Archivio Fotografico Storico Provinciale – quest’anno Flavio Faganello e la rivoluzione del ’68. La project room ne rappresenta il cuore, situata al centro del castello nella sala a piano terra detta “delle decime”, e votata a una ricognizione degli artisti più giovani, quest’anno con una predilezione per il mezzo pittorico e per trentini formatisi fuori regione, già premiati da riconoscimenti e partecipazioni di rilievo.


Paola Boscaini,
che nella project room di Castel Belasi presenta la sua sua prima mostra personale, dà vita un percorso espositivo composto da una quindicina di opere, strutturato e già maturo che usa il mezzo pittorico come strumento per una riflessione profonda sul momento che stiamo vivendo.

Si pone in osservazione del mondo naturale e cerca di coglierne gli equilibri, prova a comprenderli meglio attingendo ai concetti delle scienze e propone di applicarli al nostro rapporto tra esseri umani e con la natura stessa. Muove il proprio sguardo da focalizzazioni ravvicinate che si addentrano fin nei microorganismi a visioni d’insieme che ammirano le piante  più vicine a noi. In questo prende ispirazione anche dal verde di Castel Belasi, dagli alberi secolari, dallo splendido tiglio che accoglie ancora chi arriva davanti alle mura, dalla foresta del lato nord che fa sentire il proprio spirito quando mossa dal frequente vento.

Ne nascono molteplici spunti tra loro coerenti, che prendono forma nei tre nuclei di opere esposti.

Il visitatore è accolto in mostra da tre serigrafie su carta di grandi dimensioni che dimostrano grande maestria con questa specifica tecnica di utilizzo del colore. Queste opere di nuova realizzazione rappresentano tre esempi di (co)abitazione in natura: l’associazione simbiotica tra un fungo e un albero, detta micorriza, tra certi tipi batteri (Rhizobium) e le leguminose, e tra una palma e un coleottero (Derelomus chamaeropsis). Anche se i singoli titoli ricalcano nomi scientifici, l’intento dell’artista non è una riproduzione della natura ma una riflessione concettuale che affonda nelle analisi di teorici internazionali di ieri e di oggi, a partire dal titolo scelto per la serie, “Il mutuo appoggio”, preso dal libro dell’inizio del secolo scorso dello scienziato e filosofo Peter Kropotkin, fino all’idea di con-divenire espressa da Donna Haraway e quella di intra-azione di cui parla un’altra pensatrice femminista americana contemporanea, Karen Barad, in “Performatività della natura”.

Nei dipinti ad acrilico composti sulle pareti come dei trittici, Paola Boscaini ritrae quelle che il botanico francese Gilles Clément ha chiamato “piante vagabonde”, ossia specie che si spostano nello spazio in riferimento alle attività umane e noi oggi consideriamo infestanti, come l’acacia, l’alianto e l’ambrosia.

Segue una serie di tavole a tecnica mista che l’artista unisce sotto il titolo "Riddle of the Rotting Fruit" (L'enigma del frutto marcio), citando l'ecologo Dan Janzen riguardo la relazione tra le piante e gli animali che ne disperdono i semi in un legame indissolubile. Qui lo sguardo diventa tanto ravvicinato da soffermarsi sui fili d’erba e le spine di certe specie e arrivare in certi casi così nel dettaglio da assumere forme astratte, per noi non più riconoscibili. L’artista racconta così la complessità del mondo che ci circonda e la nostra inabilità e superficialità nel rapportarci ad esso.

 


Paola Boscaini nasce nel luglio del 1997 tra le montagne di Trento. Nell’ottobre del 2016 si trasferisce a Firenze per intraprendere il percorso di studi in Arti Visive indirizzo Pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Qui, nel maggio del 2020, consegue il Diploma Accademico di I livello. Attualmente lavora e studia a Torino, frequentando il corso di II livello in Pittura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti.

Durante il suo percorso artistico si è approcciata a diversi metodi espressivi, spaziando dalla pittura alla grafica d’arte, due linguaggi in costante e reciproca contaminazione, includendo esperienze legate alla fotografia, al videomaking e all’arte relazionale. Il suo lavoro ruota attorno ai temi del (co)abitare, della memoria e della nostalgia.

Nel 2020 ha vinto per la sezione “arti visive” il quinto bando Pergine Arte Giovane di Pergine Festival 2020 e, a Torino, è stata tra i finalisti del Premio Alessandro Marena (2021), selezionata da Francesca Canfora.

 

 

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Castel Belasi è situato in provincia di Trento nel Comune di Campodenno (1.500 abitanti), piccolo paese ai piedi delle Dolomiti di Brenta tra i frutteti della Bassa Val di Non, zona che può contare il maggior numero di castelli e residenze nobiliari del Trentino-Alto Adige. Il castello è ubicato nel borgo di Segonzone in posizione collinare e panoramica. La sua fondazione risale al tardo Duecento, nell’ambito dell’affermazione in Anaunia del Conte del Tirolo e delle famiglie di lingua tedesca, e incarna lo spirito di un territorio tra nord e sud, luogo di incontro e confronto. Il nucleo originario del castello, rappresentato dall’alto mastio pentagonale del palazzo centrale, risale al XIV secolo. Il complesso è protetto da una doppia cortina muraria e le fortificazioni più esterne furono erette nel corso del XVI secolo, mentre la cinta muraria maggiore, originaria difesa del castello, fu ulteriormente innalzata intorno alla metà del Quattrocento fino a raggiungere l’odierna imponenza. L’ultimo nobile che vi risiedette fu Arbogast Khuen Belasi, morto nel 1950. Proprietario di un terzo del castello a partire dagli anni Ottanta, il Comune di  Campodenno  ha rilevato nel 2000 la proprietà dell’intero complesso. Un lungo percorso di restauro restituisce oggi alla comunità trentina e non solo un antico maniero dal fascino intatto.

 




 


 


INFO

Paola Boscaini . (Co)abitando

a cura di Mariella Rossi

31 luglio – 31 agosto 2022. opening sabato 30 luglio h 18:30

Orari: mar-dom 10:00 – 18:00

Project Room

Castel Belasi, Campodenno (Tn)

Ufficio stampa: T. +39 0463 830133

ufficio.stampa@visitvaldinon.it


 

 

COLOPHON

 

Castel Belasi Cultura

Comune di Campodenno

 

Sindaco

Daniele Biada

 

Responsabile Castel Belasi

Vicesindaco

Manuel Cattani

 

Assessore alla Cultura

Igor Portolan

 

Ente promotore mostra

Azienda per il Turismo Val di Non

 

Presidente

Lorenzo Paoli

 

Addetto stampa e PR

Paolo Forno

 

Coordinamento mostra

Lorenzo Ferrari

 

Web e social

Stefania Menghini

 

 


 

 

COME ARRIVARE

Castel Belasi è situato a Campodenno (Tn) nel piccolo borgo di Segonzone.

Con i mezzi pubblici, la fermata del pullman è Lover, poi si prosegue a piedi per 1,3 km/20 min. La stazione FS più vicina è Mezzocorona.

Il castello dista 13 Km dal casello San Michele all’Adige dell’Autostrada del Brennero A22, 30 km da Trento e 55 km da Bolzano.









LA GALLERIA D'IMMAGINI