centro d'arte contemporanea per il pensiero ecologico in un maniero medievale nelle Alpi
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Nature | Feeling | Form

Se Susanne Langer avesse incontrato Alex Langer

 

16 settembre – 26 ottobre 2025

Opening: 16 settembre H 18

 

Artisti:

Alfredo Aceto, Luka Berchtold,

Hugo Canoilas, Kevin Carrozzo, Martina Casey,

Cut and Scrape (George Rei), Gaia Di Bello, Karin Ferrari,

Byron Gago, Hanakam & Schuller, Nanna Kaiser,

Sandro Pianetti, Sarah Rechberger, Corinne L. Rusch,

Gloria Tomasini, Cassidy Toner, Paulo Wirz

 

Mostra ideata da Riccardo Lisi

Curata con Lukas Willmann

Supervisione scientifica Stefano Cagol


Castel Belasi – Centro d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico ha il piacere di annunciare l’apertura di una nuova mostra ispirata al politico europeo Alexander Langer per una riflessione sui temi ambientali attraverso le sensibilità di artisti dell’arco alpino, austriaci e svizzeri, in totale diciotto con oltre una ventina di opere, che includono soprattutto sculture e installazioni, ma anche opere video e bidimensionali, fotografiche, pittoriche e tessili.

L’ideatore della mostra Riccardo Lisi, che la co-cura con l’austriaco Lukas Willmann, si chiede «Oggi, come viene percepita la natura dagli artisti? L’impressione è che quasi nessuno ne abbia un’esperienza diretta, primordiale, com’è stato per generazioni anche di poco precedenti – con una formazione maturata in campagna, ben più utile di tanti discorsi. La natura viene stiracchiata tra ragionamenti utilitaristici e l’opposto, ossia una percezione in termini quasi decorativi, posizioni entrambe parziali e dannose, sempre antropocentriche».

Ogni artista esposto esprime una propria visione della natura. L’ideatore del progetto Riccardo Lisi considera un valore l’eterogeneità degli approcci creativi, e tra essi dà particolare importanza a un certo understatement, un’ironia che riesca a superare la natura ascrittiva e moraleggiante di tanti  discorsi di taglio ecologico.

Il sottotitolo fa poi leva su una coincidenza di cognome con la filosofa americana, specializzata in estetica, Susanne Langer. Lisi spiega che «Essa notò la rilevanza di un principio di invisibilità nell’arte contemporanea, direi anche di una  certa indeterminatezza. A ben pensarci, anche la natura appare invisibile, in effetti poco nota, poco presente nell’arte di oggi – in qualche modo strumentalizzata. La sua presenza nelle opere è di solito metaforizzata, simbolica, assai parziale e assolutamente sterilizzata: una natura che non puzza e non sporca».

Castel Belasi – Centro d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico in un castello medievale nelle Alpi ai piedi delle Dolomiti di Brenta in Val di Non – Trentino è un’istituzione comunale del Comune di Campodenno, aperta al pubblico nel 2021, che vede dal 2023 la direzione artistica di Stefano Cagol. Le mostre in corso includono “Come Ghiaccio. Riflessioni sullo scomparire pensando al futuro(10 maggio-26 ottobre) con opere di 14 artisti del globo aderendo all’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai, e “Fragile. The Best of Glasstress” (6 luglio-26 ottobre), che declina il tema della vulnerabilità tra essere umano e natura attraverso una selezione di sculture in vetro di Murano ideate dai maggiori artisti contemporanei internazionali. La programmazione 2025 di Castel Belasi è realizzata in collaborazione con MUSE Museo delle Scienze di Trento, con cui Castel Belasi ha siglato una partnership pluriennale per lo sviluppo di progetti comuni all’insegna del dialogo tra arte contemporanea e ricerca scientifica sui temi della sostenibilità.

A partire dal 4 dicembre, il progetto espositivo prevede inoltre una seconda mostra a Vienna presso Kunstraum am  Schauplatz con una nuova selezione di opere e artisti, pensata per estendere e approfondire le riflessioni avviate a Castel Belasi.

La mostra a Castel Belasi è resa possibile grazie al supporto di Pro Helvetia, Forum Austriaco di Cultura – Milano, Fogarassy Privat Stiftung e Kunstraum am  Schauplatz – Vienna. A questi si aggiunge il wine sponsor Weingut Payr.


 

MATERIALE STAMPA

comunicato stampa

saggio di Riccardo Lisi

IMMAGINI:

Una selezione delle opere esposte



Markus Hanakam & Roswitha Schuller
PAN AU
2023
photography,
motion tracking software,
acrylic medium on Ilford paper
Unique piece
145 x 145 cm
Courtesy Galerie Krinzinger, Wien


Karin Ferrari
Animadidas Marterle
2021
ca. 30 x 40 cm
Wood


Sarah Rechberger
A-Symbiose
2013/ 2022
Borosilicate glass, nutrient medium, orchids,
paraffin, color orange
Dimensions: ø 28 cm
Pedestal, 2022, steel, 30 x 30 x 95 cm

TESTI :


Presa di coscienza sulla natura

Riccardo Lisi

 

Quasi mezzo secolo fa, una serie di fotografie di paesaggio scattate dall’alto di un Piper da Mario Giacomelli s’intitolava Presa di coscienza sulla natura, e prima e dopo di lui tante e tanti artisti hanno lavorato sulla natura, spesso tramite una rilettura concettuale. Il concetto stesso di natura e la sua valenza per l’uomo sono mutate nei secoli, nonché da una  cultura all’altra.

Per gli antichi romani, e ancora nel Rinascimento, la natura selvaggia era assolutamente pericolosa ed era necessario antropizzarla. L’essere umano, la sua vita, avevano come scopo il governo degli animali – come dalla Genesi – e prima ancora, dal mito  di Prometeo, la necessità di decifrare i misteri della natura, come il fuoco, e sfruttarli a loro piacimento.

Per le persone ricche di cultura e sensibilità, la natura era fonte primaria di piacere, anche tramite il bello in essa racchiuso, mentre, fino al Romanticismo e poi nell’epoca moderna, le masse percepivano l’utile e l’inutile nella  natura, piuttosto che la sua bellezza. La natura non aveva un valore in sé. Per questo, un pensiero ecologico ha stentato a svilupparsi soprattutto nei paesi più poveri. Inoltre, il mito  del progresso ha nascosto per buona parte dell’età moderna l’importanza del rispetto, per esempio, della biodiversità e dei cicli naturali.

L’Italia ha avuto un politico che fu assai capace di formulare – tra i primi al mondo – un pensiero ecologico. Si tratta del bolzanino di origine viennese Alexander Langer, impegnato anche a favore della pace e del federalismo europeo. Purtroppo, Langer mancò presto, esattamente trent’anni fa, e questo fu uno dei motivi del ritardo con cui il nostro paese ha cercato di interiorizzare i valori ecologici.

Oggi, come viene percepita la natura dagli artisti? L’impressione è che quasi nessuno ne abbia un’esperienza diretta, primordiale, com’è stato per generazioni anche di poco precedenti – con una formazione maturata in campagna, ben più utile di tanti discorsi. La natura viene stiracchiata tra ragionamenti utilitaristici e l’opposto, ossia una percezione in termini quasi decorativi, posizioni entrambe parziali e dannose, sempre antropocentriche. La natura è un “di per sé”, esiste a prescindere dall’essere umano, che è un animale tra altri animali e potrebbe anche sparire, senza detrimento per la natura – anzi.

Castel Belasi, l’istituzione che ospita la prima mostra del progetto Nature | Feeling | Form, è un Centro d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico.

Eppure ogni artista esposto ha un proprio modo di lavorare sulla natura. L’eterogeneità degli approcci creativi, e tra essi particolare importanza viene data a un certo understatement, un’ironia (ma non svilente) che riesca a superare la natura ascrittiva e moraleggiante di tanti  discorsi di taglio ecologico. Risulta fondamentale prestare attenzione ai rischi enormi della crisi climatica, ma somministrare precetti sarebbe sicuramente controproducente.

Va poi considerato l’altro Langer cui si riferisce il sottotitolo di questo progetto. Si tratta della filosofa americana, specializzata in estetica, Susanne Langer. Essa notò la rilevanza di un principio di invisibilità nell’arte contemporanea, direi anche di una  certa indeterminatezza. A ben pensarci, anche la natura appare invisibile, in effetti poco nota, poco presente nell’arte di oggi – in qualche modo strumentalizzata. La sua presenza nelle opere è di solito metaforizzata, simbolica, assai parziale e assolutamente sterilizzata: una natura che non puzza e non sporca. Non a caso, i paesaggi che sembrano piacere di più all’essere umano di oggi sono quelli candidi e quasi sterili dell’Artide e dell’Antartide, mentre quelli in apparenza meno attraenti sono gli ambienti paludosi e che pullulano di possibili parassiti, nei paesi caldi. L’hic sunt  leones è rimasto, ha solo cambiato immagine: oggi tutti i felini ci piacciono, mentre ci spaventano maggiormente insetti e roditori, vettori di malattie.

Questi sfalsamenti semantici legittimano anche opere d'arte controverse. Ma, al fianco di opere ironiche, sono stati selezionati lavori dotati di un'estetica potente o riferimenti complessi, a volte poco noti.  In un caso, un'artista ha colto l'occasione per sviluppare una ricerca ad hoc su una tecnica artistica che impiega un processo naturale fondamentale, come la fotosintesi.

Questa esposizione vuol far conoscere, partendo da una terra prossima a quella di Alex Langer, le scene di due nazioni alpine vicine: l’Austria e la Svizzera. Ho scelto di rappresentare la Svizzera soprattutto tramite artisti assai giovani, mentre ha lavorato sull’Austria il co-curatore Lukas Willmann, direttore dello spazio indipendente viennese Kunstraum am  Schauplatz – che ospiterà la seconda tappa di questo progetto.





da giugno a ottobre mar-dom 10-18:30
CAS
TEL BELASI   via Castel
Belasi campodenno (trento)  val di non  italy
#castelbelasi  +39.348.7081417   info@castelbelasi.it