Castel Belasi –
Centro
d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico ha il piacere
di annunciare l’apertura di una nuova mostra ispirata al
politico europeo Alexander
Langer per una
riflessione sui temi ambientali attraverso le sensibilità
di artisti dell’arco alpino, austriaci e svizzeri, in
totale diciotto con oltre una ventina di opere, che
includono soprattutto sculture e installazioni, ma anche
opere video e bidimensionali, fotografiche, pittoriche e
tessili.
L’ideatore della
mostra Riccardo Lisi, che la co-cura con l’austriaco Lukas
Willmann, si chiede «Oggi,
come viene percepita la natura dagli artisti?L’impressione è che
quasi nessuno ne abbia un’esperienza diretta, primordiale,
com’è stato per generazioni anche di poco precedenti – con
una formazione maturata in campagna, ben più utile di
tanti discorsi. La natura viene stiracchiata tra
ragionamenti utilitaristici e l’opposto, ossia una
percezione in termini quasi decorativi, posizioni entrambe
parziali e dannose, sempre antropocentriche».
Ogni artista
esposto esprime una propria visione della natura. L’ideatore
del progetto Riccardo Lisi considera un valore
l’eterogeneità degli approcci creativi, e tra essi dà
particolare importanza a un certo understatement,
un’ironia che riesca a superare la natura ascrittiva e
moraleggiante di tantidiscorsi di taglio ecologico.
Il sottotitolo
fa poi leva su una coincidenza di cognome con la filosofa
americana, specializzata in estetica, Susanne Langer. Lisi
spiega che «Essa notò
la rilevanza di un principio di invisibilità nell’arte
contemporanea, direi anche di unacerta
indeterminatezza. A ben pensarci, anche la natura appare
invisibile, in effetti poco nota, poco presente nell’arte
di oggi – in qualche modo strumentalizzata. La sua
presenza nelle opere è di solito metaforizzata, simbolica,
assai parziale e assolutamente sterilizzata: una natura
che non puzza e non sporca».
Castel
Belasi – Centro
d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologicoin un castello medievale nelle Alpi ai piedi
delle Dolomiti di Brenta in Val di Non – Trentino è
un’istituzione comunale del Comune di Campodenno, aperta al
pubblico nel 2021, che vede dal 2023 la direzione artistica
di Stefano Cagol.
Le mostre in corso includono “Come Ghiaccio. Riflessioni
sullo scomparire pensando al futuro” (10
maggio-26 ottobre) con opere di 14 artisti del globo
aderendo all’Anno Internazionale per la Conservazione
dei Ghiacciai, e “Fragile.
The Best of Glasstress” (6 luglio-26 ottobre), che
declina il tema della vulnerabilità tra essere umano e
natura attraverso una selezione di sculture in vetro di
Murano ideate dai maggiori artisti contemporanei
internazionali. La
programmazione 2025 di Castel
Belasi è realizzata in collaborazione
conMUSE
Museo delle Scienze di Trento, con cui Castel
Belasi ha siglato una partnership pluriennale per lo
sviluppo di progetti comuni all’insegna del dialogo tra
arte contemporanea e ricerca scientifica sui temi della
sostenibilità.
A partire dal 4
dicembre, il progetto espositivo prevede inoltre una seconda mostra a
Vienna pressoKunstraum
amSchauplatz
con una nuova selezione di opere e artisti, pensata per
estendere e approfondire le riflessioni avviate a Castel
Belasi.
La mostra a Castel Belasi è resa possibile grazie al
supporto di Pro Helvetia, Forum Austriaco di
Cultura – Milano, Fogarassy Privat Stiftung e Kunstraum amSchauplatz –
Vienna.A
questi si aggiunge il wine sponsorWeingut Payr.
MATERIALE STAMPA
comunicato stampa
saggio
di Riccardo Lisi
IMMAGINI:
Una selezione delle opere esposte
Markus Hanakam & Roswitha Schuller
PAN AU
2023
photography,
motion tracking software,
acrylic medium on Ilford paper
Unique piece
145 x 145 cm
Courtesy Galerie Krinzinger, Wien
Karin Ferrari
Animadidas Marterle
2021
ca. 30 x 40 cm
Wood
Sarah Rechberger
A-Symbiose
2013/ 2022
Borosilicate glass, nutrient medium, orchids,
paraffin, color orange
Dimensions: ø 28 cm
Pedestal, 2022, steel, 30 x 30 x 95 cm
TESTI :
Presa
di coscienza sulla natura
Riccardo
Lisi
Quasi
mezzo secolo fa, una serie di fotografie di paesaggio scattate
dall’alto di un Piper da Mario Giacomelli s’intitolava Presa di coscienza sulla
natura, e prima e dopo di lui tante e tanti artisti hanno
lavorato sulla natura, spesso tramite una rilettura concettuale.
Il concetto stesso di natura e la sua valenza per l’uomo sono
mutate nei secoli, nonché da unacultura all’altra.
Per
gli antichi romani, e ancora nel Rinascimento, la natura
selvaggia era assolutamente pericolosa ed era necessario
antropizzarla. L’essere umano, la sua vita, avevano come scopo
il governo degli animali – come dalla Genesi – e prima ancora,
dal mitodi
Prometeo, la necessità di decifrare i misteri della natura, come
il fuoco, e sfruttarli a loro piacimento.
Per
le persone ricche di cultura e sensibilità, la natura era fonte
primaria di piacere, anche tramite il bello in essa racchiuso,
mentre, fino al Romanticismo e poi nell’epoca moderna, le masse
percepivano l’utile e l’inutile nellanatura, piuttosto che
la sua bellezza. La natura non aveva un valore in sé. Per
questo, un pensiero ecologico ha stentato a svilupparsi
soprattutto nei paesi più poveri. Inoltre, il mitodel progresso ha
nascosto per buona parte dell’età moderna l’importanza del
rispetto, per esempio, della biodiversità e dei cicli naturali.
L’Italia
ha avuto un politico che fu assai capace di formulare – tra i
primi al mondo – un pensiero ecologico. Si tratta del bolzanino
di origine viennese Alexander Langer, impegnato anche a favore
della pace e del federalismo europeo. Purtroppo, Langer mancò
presto, esattamente trent’anni fa, e questo fu uno dei motivi
del ritardo con cui il nostro paese ha cercato di interiorizzare
i valori ecologici.
Oggi,
come viene percepita la natura dagli artisti? L’impressione è
che quasi nessuno ne abbia un’esperienza diretta, primordiale,
com’è stato per generazioni anche di poco precedenti – con una
formazione maturata in campagna, ben più utile di tanti
discorsi. La natura viene stiracchiata tra ragionamenti
utilitaristici e l’opposto, ossia una percezione in termini
quasi decorativi, posizioni entrambe parziali e dannose, sempre
antropocentriche. La natura è un “di per sé”, esiste a
prescindere dall’essere umano, che è un animale tra altri
animali e potrebbe anche sparire, senza detrimento per la natura
– anzi.
Castel
Belasi, l’istituzione che ospita la prima mostra del progetto Nature | Feeling | Form,
è un Centro d’Arte Contemporanea per il Pensiero Ecologico.
Eppure
ogni artista esposto ha un proprio modo di lavorare sulla
natura. L’eterogeneità degli approcci creativi, e tra essi
particolare importanza viene data a un certo understatement,
un’ironia (ma non svilente) che riesca a superare la natura
ascrittiva e moraleggiante di tantidiscorsi di taglio
ecologico. Risulta fondamentale prestare attenzione ai rischi
enormi della crisi climatica, ma somministrare precetti sarebbe
sicuramente controproducente.
Va
poi considerato l’altro Langer cui si riferisce il sottotitolo
di questo progetto. Si tratta della filosofa americana,
specializzata in estetica, Susanne Langer. Essa notò la
rilevanza di un principio di invisibilità nell’arte
contemporanea, direi anche di unacerta indeterminatezza. A ben pensarci, anche la natura
appare invisibile, in effetti poco nota, poco presente nell’arte
di oggi – in qualche modo strumentalizzata. La sua presenza
nelle opere è di solito metaforizzata, simbolica, assai parziale
e assolutamente sterilizzata: una natura che non puzza e non
sporca. Non a caso, i paesaggi che sembrano piacere di più
all’essere umano di oggi sono quelli candidi e quasi sterili
dell’Artide e dell’Antartide, mentre quelli in apparenza meno
attraenti sono gli ambienti paludosi e che pullulano di
possibili parassiti, nei paesi caldi. L’hic suntleones è
rimasto, ha solo cambiato immagine: oggi tutti i felini ci
piacciono, mentre ci spaventano maggiormente insetti e roditori,
vettori di malattie.
Questi
sfalsamenti semantici legittimano anche opere d'arte
controverse. Ma, al fianco di opere ironiche, sono stati
selezionati lavori dotati di un'estetica potente o riferimenti
complessi, a volte poco noti.In un caso, un'artista ha colto l'occasione per
sviluppare una ricerca ad hoc su una tecnica artistica che
impiega un processo naturale fondamentale, come la fotosintesi.
Questa
esposizione vuol far conoscere, partendo da una terra prossima a
quella di Alex Langer, le scene di due nazioni alpine vicine:
l’Austria e la Svizzera. Ho scelto di rappresentare la Svizzera
soprattutto tramite artisti assai giovani, mentre ha lavorato
sull’Austria il co-curatore Lukas Willmann, direttore dello
spazio indipendente viennese Kunstraum amSchauplatz – che
ospiterà la seconda tappa di questo progetto.
da giugno a ottobre mar-dom
10-18:30
CASTEL
BELASI via Castel Belasi campodenno (trento) val di non
italy
#castelbelasi +39.348.7081417 info@castelbelasi.it